“Antigone” è la famosa tragedia scritta dal tragediografo greco Sofocle e rappresentata per la prima volta verso il 442 a.C.

Questa tragedia è stata oggetto di sconfinata ammirazione in tutti i tempi, anche per la sua modernità e l’interesse sempre attuale che essa suscita. Molti studiosi hanno ripensato all’Antigone da un proprio personale punto di vista ed hanno creduto di poter specchiarsi nei contrasti della tragedia così che, in proporzione agli interessi etici, morali, religiosi, filosofici, ect. di ognuno, si sono avute interpretazioni di volta in volta diverse.

Essa, però, è innanzitutto opera d’arte che sfugge, come tale, ad una definizione particolare: l’antitesi tra Legge e Diritto di natura, costituisce il punto centrale della tragedia, ma essa rimane essenzialmente un’opera di pura ed alta poesia che, proprio per questo, è riuscita e superare i tempi e le esigenze della sua età, per proiettarsi, immortale, nel futuro.

L’occasione di questa rappresentazione ci offre, tuttavia, lo spunto per riflettere su argomenti e problemi di grande attualità in ogni tempo e cultura.

Testo e regia di M. Antonietta Belotti.
Con la presentazione di Paolo Savio primo sostituto procuratore bresciano all’Antimafia.